Si chiama Molar Incisor Hypomineralization (MIH), in italiano “ipomineralizzazione” ed è una patologia dentaria spesso sottovalutata. Invece, i denti a macchie sono diffusi in tutto il mondo e colpiscono di solito i bambini, con una media dal 3% al 25%. Non molti sanno quali sono i rischi a essa connessi. Se non diagnosticata con tempestività, può portare alla frattura dello smalto dei denti. A lanciare l’allarme sui cosiddetti “denti a macchie” la Società Italiana di Odontoiatria Infantile.
La MIH coinvolge i primi molari permanenti e gli incisivi sin dall’età pediatrica. “È un quadro clinico che oggi osserviamo frequentemente, caratterizzato da una ipomineralizzazione dei denti. Si tratta di un difetto qualitativo dello smalto che tende ad aggravarsi nel tempo – spiega Raffaella Docimo, Presidente della Società Italiana di Odontoiatria Infantile -. I denti ipomineralizzati si presentano con macchie bianco-giallastre o marroni, sono sensibili al caldo e al freddo, durante la masticazione e le manovre di igiene orale e, a causa della anomala porosità dello smalto, possono andare incontro a cedimento strutturale delle aree colpite. La patologia coinvolge principalmente i primi molari permanenti che compaiono dai 6 anni di età”. Secondo gli esperti è la condizione più osservata tra i nati dall’inizio del nuovo millennio in avanti.
Fattore genetico, carenza di vitamina D, problemi di salute nei primi 3 anni di vita, eccesso di fluoro o l’utilizzo di alcuni antibiotici. Sono diverse le cause che provocano la demineralizzazione dello smalto, la sostanza dura (costituita principalmente da composti a base di calcio) che riveste la superficie esterna dei denti. In crescita è anche il problema della carie che colpisce il 22% dei bimbi di 4 anni, il 44% di quelli 12 anni e oltre il 60% dei ragazzi tra i 13 e i 18 anni.
“Fondamentale – avverte Docimo – è la diagnosi precoce e l’identificazione dei soggetti a rischio. La terapia mira al trattamento della ipersensibilità, alla prevenzione della carie, al restauro degli elementi dentali compromessi, considerato comunque che è indifferibile il monitoraggio costante con controlli trimestrali. Va sfatata – sottolinea – la convinzione diffusa che sia inutile curare i denti da latte: al contrario, questi hanno una grande importanza per la crescita delle arcate dentarie, oltre che per la funzione masticatoria e per lo sviluppo del linguaggio”. Riguardo ai costi dei controlli e dei trattamenti, la dottoressa ricorda che “ci sono ospedali pubblici con reparti ad hoc di odontoiatria infantile, dove le cure hanno il solo costo del ticket’”.
Gli esperti dicono che i denti dei bambini dovrebbero essere lavati dai sei mesi di età. Fino ai 6 anni si dovrebbero utilizzare prodotti contenenti almeno mille parti per milione di fluoro, due volte al giorno.
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